Ferrara, 19 gennaio 2011 - Sant'Anna e Cona: i tempi del dualismo tra i due ospedali sono finiti. A suonare l’ultimo gong è il neo direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria Gabriele Rinaldi che con due frasi tira le fila di un match ventennale con numerose riprese.

«Mi posso considerare fortunato perché ormai non è più possibile tornare indietro» afferma Rinaldi con chiaro riferimento al nuovo nosocomio, pronto ad aggiungere: «Guardare avanti non significa lasciare il Sant’Anna di corso Giovecca che nessuno può pensare di mettere in discussione e dove rimarranno i servizi sanitari a supporto della città».

E’ così che Rinaldi sceglie una serata del Rotary Ferrara Est (aperta dal presidente del Club Renzo Zatelli, alla presenza, fra gli altri dell rettore dell’Università Pasquale Nappi e del preside di Medicina Alberto Liboni) per porre sul tavolo un tema (finalmente) nuovo.

«Prima o poi — buttà là il direttore generale chiamato a parlare sul tema ‘Cona: un’opportunità’ — a questo nuovo ospedale bisognerà trovare un nome, eventualmente ricordando quella che è la tradizione di questa città dove hanno studiato illustri scienziati, anche ‘di rottura’». Chiaro il riferimento a Copernico visto che Rinaldi aggiunge: «Con un nome si può dare un significato alla struttura stessa».

Pronta la replica alla garbata protesta di Alfredo Potena, direttore di Fisiopatologia respiratoria, orientato a trasferire a Cona anche l’intestazione dell’attuale nosocomio. Per Rinaldi il Sant’Anna resterà e dunque il suo nome è indisponibile per altre strutture.

Nato a Potenza, laurea in Medicina e specializzazioni conseguite a Modena, un lungo e importante tratto della sua carriera percorso a Pesaro, Gabriele Rinaldi, «solo da 110 giorni a Ferrara con il mandato della Regione di portare a compimento e nello stesso tempo fare un ospedale nuovo», della nostra città non si è limitato a conoscere persone e vicende. Lo dimostra l’accenno non solo agli studi di Paracelso e Copernico e alla prima pietra posata da Giovanni Paolo II (potrebbe essere questo un altro nome in lizza?), ma, sempre a sostegno di una pacifica convivenza tra Cona e Sant’Anna e sopratutto tra chi ha deciso e gli utenti, alle «addizioni che hanno caratterizzato Ferrara e che hanno sempre ricondotto a quelle che erano le radici».